Spunti per la scrittura ~ Il punto di vista

Oggi vorrei parlarvi di uno degli aspetti più ostici della scrittura: il punto di vista. Spesso si trova difficoltà nello scegliere quello che si può riportare o meno quando si scrive senza incappare in un salto di punto di vista non desiderato. Ma procediamo con ordine.

Prima di tutto dobbiamo avere ben chiaro in mente che il punto di vista (PDV o POV dall’inglese point of view) è diverso dall’autore della storia. Mentre l’autore sa cosa accade a tutti i personaggi in qualsiasi momento e conosce l’evolversi della storia in tutti i suoi aspetti, il punto di vista ci mostra solo e soltanto cosa vede, sente e prova il personaggio cui si è scelto di affidare la narrazione.

 

Una volta scelto il POV da tenere durante la narrazione, nella fase di scrittura è sempre bene porsi le seguenti domande:

Chi percepisce? Chi vede o percepisce con gli altri sensi deve essere sempre il personaggio che si è scelto per raccontare la storia.

Chi sa? Bisogna riportare solo ed esclusivamente ciò che sa, crede, pensa o suppone il personaggio a cui appartiene il POV.

Chi valuta? Vengono descritti i giudizi, le opinioni e i valori del personaggio del POV.

Chi sente? Le emozioni, i sentimenti e gli stati d’animo sono quelli del personaggio scelto.

 

Esistono vari tipi di punto di vista, qui di seguito i più usati.

Prima persona

Quando la storia viene narrata da un personaggio, che solitamente riveste anche il ruolo di protagonista, si ha una narrazione in prima persona. Il protagonista è il testimone dei fatti che lo circondano e usa i suoi sensi e i suoi pensieri per raccontare le vicende.

Attenzione: in questo caso il narratore può raccontare solo i fatti avvenuti in sua presenza e non ha accesso ai pensieri degli altri.

La scelta di un determinato personaggio per la narrazione determina anche il tono della narrazione stessa. Se si tratta di un personaggio crudele, per fare un esempio banale, anche la narrazione avrà un tono crudele, seguendo lo stato d’animo del protagonista.

 

Prima persona multipla

Questo POV si ha quando la narrazione è in prima persona, ma si hanno più narratori. In questo caso è bene tenere presente che i diversi punti di vista non si possono intrecciare, ma che anzi bisogna segnalare il passaggio dall’uno all’altro anche graficamente.

 

Terza persona: punto di vista singolo

Il narratore non è un personaggio, ma una voce narrante esterna. In questo caso il narratore sceglie un personaggio e racconta la storia dal suo punto di vista.

Questo tipo di POV ha il vantaggio di consentire al narratore una maggiore libertà stilistica poiché, a differenza del POV in prima persona, non deve restare legato al carattere del personaggio.

Resta comunque il fatto che il narratore non può parlare di fatti a cui il personaggio scelto non ha partecipato o riportare pensieri non suoi.

 

Terza persona: punto di vista multiplo

Si tratta della tecnica dei punti di vista alternati, in cui il narratore esterno sceglie di riportare il punto di vista di più personaggi.

In questo caso si deve prestare molta attenzione alla coerenza, quindi si deve fare in modo che il lettore abbia sempre ben chiaro a chi appartiene il punto di vista. Per questo, come già detto per la prima persona multipla, il passaggio da un punto di vista all’altro deve essere segnalato anche graficamente (saltando una riga, inserendo elementi grafici o passando a un nuovo capitolo).

 

Terza persona onnisciente

Prima di tutto, bisogna dire che questo tipo di POV è ormai poco usato.

Il narratore della storia sa tutto, conosce tutti i fatti e tutti i pensieri dei personaggi, ma quello che racconta deve sempre passare attraverso il POV del personaggio che ha scelto. In questo caso il narratore può passare da un personaggio all’altro con la massima libertà.

 

Nella speranza di esservi stata d’aiuto nel chiarire i vostri dubbi riguardo il punto di vista, vi saluto e vi do appuntamento al prossimo articolo di “Spunti per la scrittura”!