[Recensione] Doll Bones ~ La bambola di ossa – Holly Black

dollTitolo: Doll Bones ~ La bambola di ossa

Autore: Holly Black

Prezzo: € 17,00

Pagine: 228 p.

Data di uscita: 27 maggio 2014

Traduttori: Giuseppe Iacobaci

Illustratori: Barbara Canepa

Editore: Mondadori

 

 

Trama:

A dodici anni, Zach passa i pomeriggi a inventare storie con le sue due migliori amiche, Poppy e Alice: i tre hanno affidato il dominio del loro regno immaginario all’enigmatica Regina, una bambola di porcellana così perfetta da sembrare viva. Un brutto giorno il padre affronta Zach intimandogli di crescere e di cominciare a interessarsi a cose “da grandi”. Il mondo di Zach sembra andare in frantumi, finché una notte la Regina compare in sogno a Poppy, rivelandole di essere stata una bambina in carne e ossa di nome Eleanor, le cui ceneri si trovano ora all’interno della bambola; Eleanor non avrà pace finché non sarà seppellita nella sua tomba, in una lontana cittadina dall’altra parte degli Stati Uniti. I tre ragazzi partono nel cuore della notte, dormendo sotto le stelle, accampandosi nei cimiteri, incontrando bizzarri personaggi che parlano alla bambola scambiandola per una bambina vera, in un viaggio che cambierà per sempre le loro esistenze.

Recensione:

Holly Black ci racconta una storia che appartiene un po’ a tutti noi, una storia di ragazzini ormai troppo grandi per giocare con le bambole, ma che ancora non sono pronti a entrare nel mondo degli adulti.

Ci trascina in una storia dove la realtà si confonde con la fantasia, dove le bambole prendono vita, spingendo i protagonisti a vivere l’avventura più fantastica della loro vita.

Zach, Poppy e Alice sono tre ragazzi che vivono in un mondo fantastico fatto di pirati, eroi e regine, dove le avventure non mancano mai e dove dei pupazzi forti e coraggiosi dettano legge in un universo sempre in continua evoluzione.

Quando il padre di Zach detta i suoi pupazzi, però, il giovane decide di non far più parte di quel mondo per paura di dover ammettere alle amiche, e ancor più a se stesso, che i suoi personaggi non esistono più. Sarà la Regina (una bambola di porcellana che i tre ragazzi avevano il divieto di toccare) a riunire nuovamente gli amici, tirando le fila di una nuova avventura che li vedrà partire di notte alla ricerca di una misteriosa tomba. I sogni si mescolano con la realtà, in un intreccio indissolubile, spingendo i tre amici ad affrontare le loro paure, a prendere il posto dei loro pupazzi, diventando essi stessi i personaggi delle loro avventure.

Quando, dopo una serie di straordinari eventi i tre riescono finalmente a raggiungere la meta indicata dalla Regina, si renderanno conto che crescere non è poi così terribile.

 

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Libri e sorrisi – recensione “L’altra faccia della Luna”

Un grazie di cuore ad Antonella Arietano e al suo blog “Libri e sorrisi” per questa bellissima recensione del mio “L’altra faccia della Luna”!

Emma è una ragazza dotata di un forte senso pratico, intelligente, sempre pronta a trovare una spiegazione razionale ai fatti anche più strani, tutt’altro che propensa a perdersi in fantasticherie e questioni prive di attinenza con la realtà. In questo i suoi due più cari amici, Arianna e Andrea, differiscono molto da lei: a loro piace ogni tanto credere all’inverosimile, sognare, aver fiducia nel prossimo. Per Emma anche solo fidarsi degli altri è una piccola sfida, come pure accettare le persone per come sono, senza spazientirsi di fronte alle loro debolezze.

Emma, Arianna e Andrea sono spesso vittime degli scherzi dei loro compagni di classe del liceo, ragion per cui cercano di passare il più possibile inosservati. Proprio nel corso dell’ennesima angheria ad opera del bulletto di turno Emma viene soccorsa da Hisoka, un nuovo allievo del liceo Fidenzio Neretti. Hisoka è un ragazzo misterioso, gentile e premuroso, che per qualche ragione desidera diventare suo amico. La ragazza prende immediatamente le distanze dal giovane, e vorrebbe che anche Arianna e Andrea facessero lo stesso, ma loro sembrano apprezzarlo moltissimo e vorrebbero permettergli di trascorrere del tempo in loro compagnia. [continua…]

[Recensione] Il principe della nebbia – Carlos Luis Zafón

Titolo: Il principe della nebbia

Autore: Carlos Luis Zafón

Prezzo: € 8,50

Pagine: 196 p.

Data di uscita: 2013

Editore: Mondadori

 

Trama: 1943: il padre di Max decide di trasferire la famiglia sulla costa spagnola per proteggerla dalla guerra. La nuova casa sembra tranquilla ma, appena arrivato, Max scopre un giardino disseminato di statue inquietanti e non tarda a sapere della misteriosa scomparsa del figlio dei precedenti proprietari. Insieme alla sorella Alicia e all’amico Roland, Max comincia a indagare sulla storia di un oscuro naufragio e di un’ombra luciferina che emerge nel cuore della notte per scomparire con le prime nebbie dell’alba…

 

Recensione:

Anche in questo libro, come in tutti i libri di Carlos Luis Zafón, ci viene raccontata una storia carica di magia e di illusione. Nonostante ciò, l’autore non manca di guidarci attraverso la crescita personale del protagonista che, a causa degli eventi che si troverà a vivere, si troverà a dover affrontare le proprie paure.

 

La vicenda si svolge in un paesino in riva al mare, dove la famiglia Carver si trasferisce per sfuggire agli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Si tratta di un luogo in cui il tempo sembra scorrere in un modo tutto suo, cosa che Max, il protagonista, scopre fin dal suo arrivo.

È un paese in cui i luoghi sono carichi di significati nascosti. Dove la casa in cui si trasferisce la famiglia Carver nasconde una storia fatta di tristezza e di felicità negate; dove il giardino di statue nasconde un segreto terrificante; dove un faro non fa solo da sentinella per le navi.

 

I personaggi sono dei ragazzini con i loro problemi adolescenziali e con la voglia di scoprire il mondo, che si ritrovano, loro malgrado, ad aver a che fare con qualcosa di più grande di loro.

C’è Max, la cui mente acuta lo porterà a indagare su una storia intricata quanto orribile; c’è Alicia, sua sorella, che scopre la gioia del primo amore e il vuoto dell’abbandono; c’è Roland che vive la sua vita con spensieratezza, ignaro del tragico destino che lo attende.

Chi manca sono gli adulti, fatta eccezione per in nonno di Roland che vigila attento dal suo faro, nel tentativo di tenere lontano un destino che non può attendere, e il dottor Cain, a metà strada tra un ciarlatano e un demonio che con le sue false promesse tenta di allungare le mani su ciò che desidera di più.

 

Si tratta di un romanzo breve, in alcuni punti forse un po’ troppo superficiale (possibile che due genitori lascino i figli da soli in casa per così tanto tempo senza fare neanche una telefonata?) eppure intenso. Lo stile dell’autore qui è ancora superficiale, immaturo, ben lontano dai suoi lavori successivi, eppure Carlo Luis Zafón riesce a tenere il lettore incollato alle pagine, costringendolo ad arrivare alla fine e a provare un po’ di tristezza.

 

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[Recensione] Ragazze di campagna – Edna O’Brian

Titolo: Ragazze di campagna

Autore: O’Brien Edna

Prezzo: € 14,00

Pagine: 256 p.

Data di uscita: 2013

Editore: Elliot

Trama: La timida e romantica Caithleen sogna l’amore, mentre la sua amica Babà, sfrontata e disinibita, è ansiosa di vivere liberamente ogni esperienza che la vita può regalare a una giovane donna. Quando l’orizzonte del loro piccolo villaggio, nella cattolicissima campagna irlandese, si fa troppo angusto, decidono di lasciare il collegio di suore in cui vivono per scappare nella grande città, in cerca d’amore ed emozioni. Nonostante siano fermamente decise a sfidare insieme il mondo, le loro vite prenderanno però vie del tutto inaspettate e ciascuna dovrà imparare a scegliere da sola il proprio destino. “Ragazze di campagna” venne scritto in soli tre mesi e inviato a un editore, il quale ricevette da un celebre scrittore suo consulente questo giudizio: “Avrei voluto scriverlo io”. Alla sua pubblicazione, avvenuta nel 1960, l’esordio narrativo di Edna O’Brien, fortemente autobiografico,suscitò reazioni di sdegno e condanna che andarono ben oltre le intenzioni di una sconosciuta autrice poco più che ventenne: il libro fu bruciato sul sagrato delle chiese e messo all’indice per aver raccontato, per la prima volta con sincerità e in maniera esplicita, il desiderio di una nuova generazione di donne che rivendicava il diritto di poter vivere e parlare liberamente della propria sessualità.

RECENSIONE:

“Ragazze di campagna” nasce come libro di rivendicazione.

L’autrice grida attraverso le sue pagine la volontà che spinge le donne della sua epoca ad essere libere: libere di esprimersi, libere di decidere della loro vita, libere di scegliersi il futuro, libere di dare ascolto ai propri appetiti sessuali.

Edna O’Brian ci presenta una carrellata di personaggi ben delineati e inseriti perfettamente nel contesto presentato dal libro. Le protagoniste indiscusse della vicenda, però, sono Caithleen e Baba.

Caithleen è una ragazza a cui è stata rubata l’infanzia, troppo impegnata ad aiutare la madre a mandare avanti la modesta fattoria e a fuggire da un padre molesto e sempre ubriaco.

Baba è, volente o nolente, la sua migliore amica. Sempre impegnata a mettersi in luce nonostante tutto e tutti.

Tra gli alti e i bassi di un’amicizia portata avanti per affetto ma ancor più per necessità, le due ragazze si allontanano dalla sicurezza della campagna che le ha viste crescere per diventare adulte in una Dublino sconosciuta.

Mentre Baba si lascerà travolgere dalla nuova vita, perdendo per sempre quella poca innocenza che aveva portato con sé nella valigia, Caithleen si troverà a inseguire un amore proibito e senza futuro con un uomo sposato.

L’ambientazione è quella dell’Irlanda rurale degli anni ’60.

L’autrice ci guida tra i sentieri di campagna, ce ne fa sentire i suoni e gli odori. Ci mostra l’idillio di un’esistenza che non ci appartiene più. Ma ci mostra anche il rigore del collegio, troppo rigido e statico per due ragazze che non desiderano altro che vivere, e la vacuità della città in cui l’innocenza si perde vittima della frenesia e della voglia di emergere.

La O’Brian ci racconta le vicende di queste due ragazze con spontaneità, con uno stile fluido e franco, spesso impregnato di malinconia per la vita che si è lasciata.

L’unica pecca di questo romanzo è il finale o, per meglio dire, il non finale. Essendo il primo volume di una trilogia, ci si aspetta un finale aperto, qualcosa di non completamente definitivo. Qui, però, la narrazione viene troncata di netto lasciando al lettore una sensazione non piacevole.

 

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[Recensione] Il diario di Mr Dancy – Amanda Grange

Grange_Il diario di Mr DarcyTitolo: Il Diario di Mr Darcy

Autore: Amanda Grange

Editore: Tre60

Data uscita: 17/10/2013

Pagine: 320

Prezzo: € 12,90

  • Trama: Fitzwilliam Darcy è l’eroe romantico che da duecento anni a questa parte continua a conquistare il cuore di milioni di lettrici in tutto il mondo. In questa coinvolgente e fedele rivisitazione di “Orgoglio e pregiudizio”, finalmente la storia di Darcy ed Elizabeth viene raccontata dal punto di vista di lui. Per la prima volta abbiamo accesso ai suoi pensieri e sentimenti più intimi, riversati nelle pagine del suo diario, e a tutti quei momenti e quelle situazioni a cui nell’originale si fa solo cenno. All’apparenza freddo e distaccato, Darcy in realtà ha un temperamento passionale: possiamo condividere la sua furia e la sua indignazione nello scoprire il proposito della sorella di fuggire con George Wickham, la sua buona fede nell’adoperarsi per separare l’amico Charles Bingley da Jane Bennet e il suo disgusto nel dover di nuovo aver a che fare con Wickham, che ora insidia proprio la famiglia Bennet. Ma, sopra ogni altra cosa, attraverso le parole di Darcy ripercorriamo la sua storia d’amore con Elizabeth in tutte le sue sfumature, dall’iniziale ostilità all’irresistibile attrazione, dal conflitto interiore fino all’indimenticabile lieto fine. “Il diario di Mr. Darcy” è un rispettoso omaggio al capolavoro di Jane Austen, e un’occasione imperdibile per rivivere ancora una volta le emozioni e le atmosfere che ha saputo creare.

Recensione:

Partendo dal presupposto che adoro Jane Austen e che, in particolar modo, adoro Orgoglio e Pregiudizio, l’idea di poter leggere la storia dal punto di vista di Darcy mi allettava parecchio.

E’ stato bello poter sbirciare nella sua mente, poter in qualche modo capire cosa si cela dietro il suo carattere freddo e distaccato. E’ stato bello poter comprendere quanto sia forte l’amicizia che lo lega a Bingley e quanto anche lui, come me, odia Caroline. E’ stato bello poter vederlo alle prese con il tentativo di mantenere il controllo davanti alle esternazioni di Mrs Bennet nei suoi confronti.

Quello che non mi è piaciuto, invece, è stato proprio il relazionarsi con i suoi sentimenti nei confronti di Elizabeth. Comprendo perfettamente che, a dirla con parole sue, “ho lottato contro la mia volontà, le aspettative della mia famiglia, l’inferiorità delle vostre origini, il mio rango e patrimonio, tutte cose che voglio dimenticare e chiedervi di mettere fine alla mia agonia…”, ma davvero… Mi ha dato l’impressione di un adolescente con i suoi “devo vederla, no non devo, mi avvicino ma faccio finta di niente”.

Nonostante non mi dispiaccia l’idea di poter vedere un uomo come lui, pratico, ligio alle regole, sempre pronto a trovare la soluzione a qualsiasi situazione in preda agli spasmi amorosi, ma… non so, mi ha dato la sensazione che fosse una cosa troppo forzata.

Come troppo forzata, decisamente forzata, è stata la scelta del diario. Trovo estremamente difficile che un uomo, un uomo come Darcy per giunta, perda ore a riportare in maniera maniacale, con tanto di discorsi diretti, ciò che gli accade durante il giorno. Probabilmente ripiegare su un romanzo normale sarebbe stato meglio.

Però… Darcy piace in qualsiasi forma, in qualsiasi modo lo si presenti… un Darcy è per sempre.

Per questo il mio voto è 4/5 4