Titolo: Ragazze di campagna
Autore: O’Brien Edna
Prezzo: € 14,00
Pagine: 256 p.
Data di uscita: 2013
Editore: Elliot
Trama: La timida e romantica Caithleen sogna l’amore, mentre la sua amica Babà, sfrontata e disinibita, è ansiosa di vivere liberamente ogni esperienza che la vita può regalare a una giovane donna. Quando l’orizzonte del loro piccolo villaggio, nella cattolicissima campagna irlandese, si fa troppo angusto, decidono di lasciare il collegio di suore in cui vivono per scappare nella grande città, in cerca d’amore ed emozioni. Nonostante siano fermamente decise a sfidare insieme il mondo, le loro vite prenderanno però vie del tutto inaspettate e ciascuna dovrà imparare a scegliere da sola il proprio destino. “Ragazze di campagna” venne scritto in soli tre mesi e inviato a un editore, il quale ricevette da un celebre scrittore suo consulente questo giudizio: “Avrei voluto scriverlo io”. Alla sua pubblicazione, avvenuta nel 1960, l’esordio narrativo di Edna O’Brien, fortemente autobiografico,suscitò reazioni di sdegno e condanna che andarono ben oltre le intenzioni di una sconosciuta autrice poco più che ventenne: il libro fu bruciato sul sagrato delle chiese e messo all’indice per aver raccontato, per la prima volta con sincerità e in maniera esplicita, il desiderio di una nuova generazione di donne che rivendicava il diritto di poter vivere e parlare liberamente della propria sessualità.
RECENSIONE:
“Ragazze di campagna” nasce come libro di rivendicazione.
L’autrice grida attraverso le sue pagine la volontà che spinge le donne della sua epoca ad essere libere: libere di esprimersi, libere di decidere della loro vita, libere di scegliersi il futuro, libere di dare ascolto ai propri appetiti sessuali.
Edna O’Brian ci presenta una carrellata di personaggi ben delineati e inseriti perfettamente nel contesto presentato dal libro. Le protagoniste indiscusse della vicenda, però, sono Caithleen e Baba.
Caithleen è una ragazza a cui è stata rubata l’infanzia, troppo impegnata ad aiutare la madre a mandare avanti la modesta fattoria e a fuggire da un padre molesto e sempre ubriaco.
Baba è, volente o nolente, la sua migliore amica. Sempre impegnata a mettersi in luce nonostante tutto e tutti.
Tra gli alti e i bassi di un’amicizia portata avanti per affetto ma ancor più per necessità, le due ragazze si allontanano dalla sicurezza della campagna che le ha viste crescere per diventare adulte in una Dublino sconosciuta.
Mentre Baba si lascerà travolgere dalla nuova vita, perdendo per sempre quella poca innocenza che aveva portato con sé nella valigia, Caithleen si troverà a inseguire un amore proibito e senza futuro con un uomo sposato.
L’ambientazione è quella dell’Irlanda rurale degli anni ’60.
L’autrice ci guida tra i sentieri di campagna, ce ne fa sentire i suoni e gli odori. Ci mostra l’idillio di un’esistenza che non ci appartiene più. Ma ci mostra anche il rigore del collegio, troppo rigido e statico per due ragazze che non desiderano altro che vivere, e la vacuità della città in cui l’innocenza si perde vittima della frenesia e della voglia di emergere.
La O’Brian ci racconta le vicende di queste due ragazze con spontaneità, con uno stile fluido e franco, spesso impregnato di malinconia per la vita che si è lasciata.
L’unica pecca di questo romanzo è il finale o, per meglio dire, il non finale. Essendo il primo volume di una trilogia, ci si aspetta un finale aperto, qualcosa di non completamente definitivo. Qui, però, la narrazione viene troncata di netto lasciando al lettore una sensazione non piacevole.